
La cittadina pugliese di Vieste sorge alla punta orientale del Promontorio del Gargano. Percorrendo la strada litoranea per raggiungerla, si possono ammirare panorami mozzafiato. E’ conosciuta come la “perla del Gargano” per le diverse meraviglie che la circondano: lunghe spiagge con sabbia fine e dorata; mare azzurro e limpido; piccole baie attorniate da faraglioni e sovrastate da bianche scogliere; incantevoli grotte marine.
Il borgo antico della città, caratterizzato da viuzze irregolari, gradinate, piazzette ed affacciate sul mare, è di origine medioevale antico. Piccole e caratteristiche arcate uniscono diverse case a schiera. In tali stradine è ancora presente la via Judeca, che testimonia l’antica presenza degli ebrei.
Vieste conserva ulteriori e numerose memorie della propria storia. Nella città sono presenti il castello, luoghi di culto, leggende e folklore. Da non dimenticare la degustazione di piatti tipici pugliesi o prettamente locali.
Vieste è una delle città più antiche della Daunia, territorio che attualmente corrisponde alla provincia di Foggia, ma che anticamente giungeva fino al Molise.
Conosciuta anticamente col nome “Merino”, fu colonia greca e municipio romano. Il suo periodo di massimo splendore lo ebbe sotto il dominio di Diocleziano. Nel 914 d.C. venne distrutta.
Subì in seguito la dominazione dei bizantini, dei longobardi e dei normanni.
La città di Vieste subì numerosi saccheggi e distruzioni. Tristemente noto quello del 1200 ad opera dei veneziani, che distrussero la cattedrale e buona parte della città.
Ancora più terribile fu quello perpetrato dai pirati turchi nel 1554 guidati dal sanguinario Dragut Rais, luogotenente di Khair-ed-Sin (noto anche come Barbarossa), comandante dell’armata turca di Solimano il Magnifico. Rifugiatosi con le sue 70 galee presso lo scoglio di S. Eugenia per ripararsi da una tempesta, Dragut cinse d’assedio le mura della città per sette giorni.
Città e castello avrebbero contenuto l’invasione per giorni, tuttavia il canonico Nerbis, (fratello del camerlengo, incaricato di tenere le chiavi della città) credette di far bene a patteggiare la resa con i pirati, richiedendo l’assicurazione che fosse permesso ai cittadini di uscire con quanto oro e argento ciascuno poteva portare. Accordata la rassicurazione, il 15 luglio 1554 arpì le porte della città. I pirati non rispettarono l’accordo. Vieste fu saccheggiata, le donne violentate, gli uomini uccisi o venduti come schiavi, circa cinquemila fra bambini ed anziani decapitati sulla roccia nei pressi della Cattedrale, oggi tristemente nota come “Chianca amara”.
La città venne in seguito ricostruita nel corso del XVI sec. dal Re di Spagna.