Convento Pulsanese della Sperlonga XIV sec. | Mattinata | ViaGargano
In una valle, tra gli ulivi, allo sbocco di una irta e suggestiva gola, si trovano i resti del Convento di Santo Stefano, del XIV sec. ben rappresentato dal bel portale su cui era posta una statua del Re David che suonava la lira.
Su di un piccolo altipiano, al centro di due bellissime vallate con pareti quasi a strapiombo e ai piedi di una parete rocciosa quasi a perpendicolo, si ammirano i composti e solenni avanzi del convento pulsanese di Santo Stefano. La splendida località che lo ospita è chiamata Sperlonga.
Alla destra vi è un viottolo che conduce al complesso paleocristiano. Dopo aver varcato un piccolo accesso, si entra nello spiazzo antistante i due ingressi. Sulla destra c’è la porta d’ingresso a forma rettangolare. Sull’architrave risulta la presenza di graffiti, al centro una croce pulsanese, al lato sinistro il sole e a quello destro la luna (che è appena percettibile). E’ proprio su questo ambiente che, all’esterno, sono visibili gli avanzi di un monumento. Esso doveva essere formato da tre gradinate con al centro una colonna quadrangolare; su di un lato vi era una statua rappresentante Santo Stefano, in posizione semicoricata e, all’apice della colonna, una croce. Dall’esame della statua si desume che debba trattarsi di Santo Stefano, re di Ungheria.
La chiesetta è di forma rettangolare. Il portale, in pietra da taglio, è del secolo XV. Al centro, in alto sulla facciata, vi è un edicola con arco a tutto sesto che conteneva una pregevolissima statua in pietra del secolo XIV raffigurante Re David che suona la lira, su cui è inciso il XVI versetto del Salmo 50 davidico.
Al di sopra dell’architrave della porta si leggeva un epigrafe, che mani vandaliche e furtive distrussero e i cui frammenti sono stati scovati nei pressi dei vicini muri a secco. I resti dell’epigrafe, in parte ricostruita, possono essere ammirati oggi nella collezione del defunto Dottor Sansone, farmacista di Mattinata.
In un solo documento c’è notizia di questo convento; si tratta della bolla di Papa Alessandro III del 1177 ove si riconosce come dipendenza dell’Abbazia di Pulsano.