Monte Saraceno
Sin dalle remote origini, la storia di Mattinata, o della vecchia Matino, coincide con quella del vicino Monte Saraceno. Gli antichi abitatori del territorio furono i Matini: tribù della civiltà euroasiatica dei Dauni, sbarcati nel promontorio garganico dalla vicina Illiria intorno all’ VIII–VII secolo a.C., anche se l’intera area fu popolata fin dal VI-V secolo a.C., come attestano gli insediamenti neolitici e paleolitici rinvenuti. Attratti dalla felice posizione della rada coronata da un sistema collinare digradante a ferro di cavallo, i Matini s’insediarono nella piana e su uno sperone roccioso che chiamarono Monte Matino, l’attuale Monte Saraceno, così denominato in seguito all’arroccamento dei Saraceni, avvenuto intorno all’anno mille.
La necropoli-santuario di Monte Saraceno, circondata dall’antichissima Matino, conserva le più mirabili testimonianze dei Dauni. Una civiltà pacifica, dedita all’agricoltura, alla caccia ed alla pesca: chiusa nell’intimo tribale fino all’autoestinzione. Poco al di sopra della strada, tra il rosmarino e la macchia, appena sferzate dal tempo, s’intravedono, in serie pressoché continua, le prime delle oltre 500 tombe della necropoli. Esse sono incavate nella roccia calcarea a forma di utero o borsa.
Infatti, ospitavano la salma rannicchiata, secondo i riti delle zone di origine euroasiatiche. In cima si mostrano scoperte, come delle cavità, ma erano comunque presenziate da segnacoli in pietra: teste, steli, scudi o falli. Nelle tombe, sparse su gran parte del Monte, sono stati rinvenuti casi dauni e predauni, fibule illiriche, fogliate e ad aree, manufatti di ambra e vaghi di pasta vitrea. Le abitazioni di questa che fu l’antichissima Matino, circondavano la Necropoli ed erano costituite, probabilmente, da capanne di frasche e pelli a forma circolare o a ferro di cavallo sorrette da un palo centrale. All’estremità del Monte, s’intravede la millenaria via sacra dei Dauni che collega con il sottostante mare.